Il
24 di giugno di ogni anno si festeggia ad Acitrezza il patrono del paese:
S. Giovanni Battista.
Alle
08:00 fa il suo ingresso nel paese la banda che segna l’inizio dei
festeggiamenti del Santo che battezzò Gesù Cristo. Al seguito della
banda tantissimi bambini con il fazzoletto rosso e giallo sul collo in
onore del santo. Intanto la gente si e’ radunata nella piazza principale
e i fedeli sono assiepati dentro la chiesa piena all’inverosimile. La
banda si ferma dinanzi la chiesa e già si odono i primi botti dei fuochi
d’artificio che preludono alla santa messa e alla svelata della statua
lignea di S. Giovanni.
Inizia la messa e, quasi come tutto il paese si
fermasse, si odono solo le parole del parroco. Poi: ”boom, boom, boom………..”fuochi
d’artificio incessanti, fazzoletti gialli e rossi sventolanti e :”diciamolo
tutti con tutto il cuore”, quindi la folla immensa dei fedeli: ”
EVVIVA SAN GIOVANNI”. La statua scintillante d’oro, donato negli anni
dai fedeli, e’ svelata. La banda intona note gioiose mentre le donne
vestite di rosso, con una cordicella gialla per cinta, scendono la
scalinata della chiesa. La statua rimane esposta sull’altare della
chiesa per consentire a tutti di vederla e rivolgergli una preghiera.
Nel
primo pomeriggio il paese e’ attraversato dal corteo dei teatranti che
metteranno in scena nelle acque del porto la pantomima del “U’ PISCI A
MARI”.
Appena
finita la rappresentazione, c’e’ il tempo di consentire ai teatranti
di fare una doccia, che le campane incominciano a rintoccare e la piazza
G. Verga, di fronte la chiesa, si riempie di tantissimi fedeli. Il
rintocchìo si fa più incessante, la chiesa quasi scoppia per la
pressione della gente, che dentro sta, una pigiata all’altra. Intanto la
“vara”: il fercolo che porterà per le vie paesane il santo,e’ stato
posto dinanzi le scalinate della chiesa. I fuochi d’artificio si odono
sempre con maggiore violenza. Fazzoletti sventolanti al cielo, esce dalla
chiesa S.Giovanni.
Posto sul fercolo, addobbato con fiori variopinti,
accompagnato dalla banda, incomincia il suo giro per le vie a sud del
paese. Il rintocchìo della campanella del parroco ,che sta sul fercolo,
scandisce le fermate della vara, per consentire ai fedeli di fare un dono
e baciare la statua di S.Giovanni. Tra una fermata e una partenza la vara
si avvicina alla “calata dell’angelo”; un angioletto, legato ad uno
speciale argano, con in mano una somma di denaro, raccolta dai fedeli,
scende lentamente dal cielo per giungere alla statua del santo, la banda
intona note gioiose, e la vara riparte.
Intanto tutta Acitrezza
è irradiata dall’illuminazione artistica e la gente comincia ad riempire
nuovamente la chiesa in attesa del rientro del santo. Già sulla via
principale si sono formate due ali di folla, il fercolo arriva a gran
velocità tra un tripudio generale. Il santo sotto le luci artistiche è
più scintillante che mai, sganciato dal fercolo, comincia il suo lento
rientro verso l’altare maggiore. Poi tutti sul lungomare per vedere i
fuochi d’artificio di chiusura.
La prima giornata di festeggiamenti e’
finita, ma già alle prime ore del mattino seguente i botti dei fuochi d’artificio
danno la sveglia a tutti i paesani. Nel pomeriggio la vara con S. Giovanni
fa il giro delle vie a nord del paese, intanto la sera si avvicina, in
chiesa e’ impossibile entrare, tante sono le persone che la stipano. La
campane cominciano a rintoccare, il fercolo è già a pochi metri.
Un onda
di fazzoletti accoglie l’entrata del santo all’ingresso della chiesa:
"EVVIVA SAN GIOVANNI" e’ il suono che si spande, unico, sul
frastuono dei fuochi pirotecnici. Lentamente la statua fa il suo rientro
nell’altare maggiore, le due porticine che da li a poco si chiuderanno
per conservare la statua fino al prossimo anno, cominciano il loro lento
movimento.
La gente stremata dal caldo, e dalla fine della festa, comincia
a piangere, a poco a poco scompare la statua lignea. Nessuno però ferma
la propria mano che continua a muoversi con il fazzoletto giallo e rosso,
insieme a tutte le altre. D’un tratto le porticine dell’altare
maggiore si chiudono. La festa anche per quest’anno e’ finita, la
gente osserva i fuochi d’artificio che fanno brillare il cielo sopra i
faraglioni, mentre il fercolo ritorna alla “casa della vara”.
I fuochi pirotecnici finali |
|