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Santo
Pellegrino, ex docente elementare, poeta e narratore, vive
ad Acitrezza. Tra le sue pubblicazioni vi è:
Acitrezza nella Storia(da cui sono tratte le
leggende a fianco)
Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali:
Premio d'onore "Marco Aurelio"(1991)
Oscar Europeo(1992) conferito dall'Accademia
Universale G. Marconi di Roma di cui fa parte. |
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La chioccia
d’oro ed i sette pulcini
Narravano gli anziani che nel bastione si nascondeva una chioccia
d’oro di meravigliosa fattura e di naturale grandezza, la quale,
ogni notte, allo scoccare delle ore 24, esce dal rudere, seguita da
sette pulcini pure
d’oro e si aggira, coi piccoli, per le vie adiacenti al vecchio
maniero. L’aurea famigliola gira per il quartiere, ma se qualcuno la
insegue per prenderla, come infatti è avvenuto, essa si disperde per
luoghi solitari, verso la campagna e non si vede più ritornare, ma
l’indomani a mezzanotte in punto, l’intera famigliola esce di
nuovo dal rudere per riprendere regolarmente la sua passeggiate per le
solite vie.
I sette barili pieni di monete d'oro
Nel centro del vecchio maniero, dice un’altra leggenda, vi stanno
interrati sette barili pieni di preziosissime monete d’oro, protetti
da un incantesimo. A mezzanotte esatta si apre il pavimento e si vede
uno spettacolo meraviglioso: un’immensa quantità d’oro brilla
nella notte a raggi di luce, della luna e delle stelle, che entrano
dalle vecchie feritoie. Qualcuno di grande coraggio è sceso nella
apertura ed è riuscito a prendere delle manciate di monete, ma poi
non gli è stato più possibile risalire: è rimasto come attaccato
alla enorme massa aurea.
Solamente quando ha lasciato cadere le monete è riuscito a venirne
fuori, ma con immenso dispiacere, perché non ha potuto portare con sé
nemmeno una sola moneta. Poi il pavimento si richiude e tutto torna
come prima. L’indomani, a mezzanotte in punto, e così tutte le
notti si ripete questo spettacolo.
Le leggende vengono riportate così come le ascoltammo da ragazzi
dalla nonna Venera, da Zio Peppino "pecorella", da Zio
Aniello e da Zio Turi "Tre dita" |