Al Principe di Campofiorito Don
Stefano della Casa Reggio, si deve la fondazione di Acitrezza. Mandato
da Don Francesco Fernandez de Cueva, Duca di Alburquerque e Vicerè di
Sicilia per organizzare i soccorsi e prestare aiuto alla città di
Catania minacciata dall'eruzione dell'Etna del 1669, durante la sua
permanenza nella zona s'invaghì della splendida contrada che si
estendeva dai mitici scogli dei ciclopi fino al bosco di Aci.
Nel gennaio del 1672 comprò in feudo della R. Corte, dal
Marchese Don Nicolò Diana di Cefalà, per 36500 scudi, la città di Aci
SS. Antonio e Filippo,e ben comprendendo quale vantaggio potesse
apportare allo sviluppo di un paese uno sbocco al mare, pretese il
territorio di fronte agli scogli dei Ciclopi precisamente quella spiaggia dove oggi sorge
Acitrezza. Il Principe si diede subito da fare affinché su questo
incantevole luogo nascesse un vero e proprio paese. Fece ripulire
la spiaggia, vi fece costruire uno scalo per le barche e un porticciolo
proprio di fronte agli scogli
dei Ciclopi : l'Isola Lachea, la Longa, il Faraglione grande, quello di
mezzo, il Faraglione piccolo e, fra gli ultimi due, gli scogli “du Zu
Ianu”, chiamati “ Zu Ianu di terra” e “Zu Ianu” di fora, detti così a
seconda di dove si metteva a pescare un certo Sebastiano Greco, agli
inizi del secolo scorso, con la sua barchetta.
In seguito il Principe pensando di trasformare
il porticciolo in un luogo più sicuro tentò di fare
chiudere quel tratto di mare tra l'Isola
Lachea e la Longa. Furono usate pietre, prese dalla stessa isola, e
gettate senza una vera sistemazione, sopra strati di sarmento. Ma ciò
non servì a nulla, perché alla prima mareggiata, durante l'inverno,
tutto andò distrutto.
Intanto gli abitanti del nascente villaggio
erano ancora pochi ed il Principe, per popolarlo escogitò di dare asilo
politico a tutti coloro che avevano problemi con la giustizia, cioè ai
ricercati dalla polizia spagnola, i quali qui potevano trovare scampo
perché sotto la sua protezione.
Aumentata, così la popolazione, si sviluppò
non solo l'attività peschereccia, ma anche il traffico di piccole
imbarcazioni a vela lungo le coste per il commercio di oggetti vari e
prodotti alimentari.
Il
principe era veramente innamorato della Trezza a testimoniarlo fu il fatto
che conservò per lungo tempo, tra i suoi titoli quello di Signore di
Acitrezza.
ORIGINE DEL NOME DI
ACITREZZA
Diverse sono le ipotesi sull'origine del nome : 1)Tri pizzi, le tre punte o pizzi cioè i vertici dei tre
scogli maggiori. 2)"acis lateritiae", fabbrica di mattoni di Aci, attività
esercitata nella zona sino a qualche decennio addietro. 3)Latruzza, donna molto scaltra, proprietaria della posada
esistente ad Acitrezza ancor prima della fondazione, la quale la notte
dava ospitalità ai viandanti e, mentre questi dormivano, li derubava. 4)Trizera di Aci,
scorciatoia a fondo naturale per recarsi in minor tempo
ad Acireale dai paesi vicini. 5)La Trezza, dalla
tessitura delle reti da pesca, fatta dai pescatori del luogo.6)La
Treccia, modo di sistemazione degli scogli ciclopici, che
formerebbero una treccia.
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