Ci
siamo purtroppo abituati ad assistere da spettatori alle tristi vicende
legate alle efferate stragi del terrorismo; abbiamo qualche volta
pensato che fatti del genere non ci riguardassero direttamente e che
fossero solo fenomeni metropolitani e ben delimitati nell’ambito di
alcune zone a rischio. Non è così.
Nella tranquilla mattina di sabato
23 luglio la cittadina di Acitrezza viene raggiunta dagli effetti
devastanti del terrore, della violenza e della morte. C’è qualcuno
dei nostri nella strage di Sharm el Sheikh. È tutto un rincorrersi di
notizie, un continuo passaparola, e in mezzo al silenzio si cominciano a
sentire urli di pianto …Terribile mattina quel 23 luglio! Non c’è
più speranza per Sebastiano, ma per gli altri si continua a sperare e a
pregare restando vicini alle famiglie Conti e Maiorana. In ogni
celebrazione della Messa domenicale la comunità di Acitrezza ha elevato
al Signore la preghiera accorata per le vittime e per i familiari. Cosa
dire ai familiari? Solo affetto, preghiera e condivisione del dolore.
La
preghiera semplice del Rosario ci ha tenuti uniti nella viva
contemplazione dei misteri del dolore. Guardando ai volti delle madri
affrante ho pensato ad una delle pagine più toccanti dei Malavoglia:
una madre di Trezza, Maruzza la Longa, che il Verga accosta
all’Addolorata, piange per la morte dei figli, dei quali uno morto
lontano. Nella galleria dei ricordi riaffiorano gli incontri piacevoli
con Sebastiano e Daniela, coppia giovane e piena di vita, e con i due
figli Maria e Giuseppe. Cominciai a conoscerli in occasione del
battesimo di Giuseppe e poi, fra gli incontri più belli, quello avuto
in occasione della benedizione delle famiglie nel periodo successivo
alla Pasqua. Faccio fatica a pensare che di quella famiglia adesso
restano solo i piccoli. Non ho conosciuto bene Giovanni e Rita perché
spesso impegnati professionalmente ad Acireale ma ricordo di averli
visti gioiosi e sorridenti per la festa di San Giovanni.
Tutti ad
Acitrezza conservano nel cuore dei ricordi affettuosi di questi giovani
partiti per il meritato riposo e non più ritornati. Acitrezza non
dimentica le loro persone ma soprattutto il contesto tragico della loro
morte, voluta da gente che pensa di risolvere - forse in nome di Dio -
questioni sociali e politiche ricorrendo al massacro di gente innocente.
Per questo motivo venerdì 29 luglio, alle ore 21 nella chiesa
parrocchiale si terrà una veglia di preghiera ed una fiaccolata per
esprimere solidarietà alle famiglie delle vittime ed invocare il dono
della pace.
Ma la preghiera deve farsi impegno affinché la violenza non
faccia da padrona nei nostri ambienti e nel mondo intero e perché
l’indifferenza egoistica per le sorti dell’altro si trasformi in
solidarietà. Acitrezza, a volte ripiegata su se stessa, col rischio di
rimanere spesso inghiottita da turbe di persone in cerca di svago e di
divertimento fine a se stesso, ha bisogno di questo forte messaggio.
Don
Giovanni Mammino
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