Una foto
della "Carcara"
La fabbrica di mattoni a nord di Acitrezza gestita dalla famiglia
Pistarà che ha gentilmente fornito la fotografia
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Secondo padre De Maria,
parroco di Aci Trezza dal 1884 al 1928, il nome del paese deriverebbe
dall'intensa attività di fabbricazione di laterizi, suppellettili e
oggetti di terracotta che veniva esercitata nella zona.
A testimoniarlo ci sarebbe innanzitutto l'argilla di cui è costituito
per la maggior parte il territorio di Acitrezza specialmente nella zona
collinare denominata Monte Fano. Ma una testimonianza maggiore sarebbe,
secondo il De Maria, il cosiddetto Ciaramitaro. Tale luogo non è altro
che lo spazio di mare che si estende dalla punta nord dell'isola Lachea
("CORNERA") fino a Capo Mulini. In questo fondale secondo le
testimonianze scritte di padre De Maria si sono rinvenute parecchie
antichità per lo più di terracotta. I pescatori nel trarre le loro
reti, negli anni Venti, andavano trovando impigliati diversi pezzi di
suppellettili. Che siano dovuti all'affondamento di una nave che li
aveva appena caricati o che siano finiti in mare per altri motivi è
tutto da scoprire e dimostrare, è certo però che oggi non si hanno
segnalazioni di nuovi ritrovamenti. Terzo elemento che fa propendere
per l'ipotesi che il nome di Acitrezza deriverebbe dal nome latino ACIS
LATERITIA (laterizi di Aci) è che fino ad alcuni decenni addietro
l'attività di fabbricazione dei laterizi era ancora intensivamente
esercitata nella zona. Le più importanti attività erano la FORNACE
(situata nella zona alta di Monte Fano) e la Carcara ( situata accanto
al corso di un vallone a nord di Acitrezza ). In conclusione possiamo
ricordare che la tesi di ACIS LATERITIA fu spesso contrastata da uno
storico locale, il Raccuglia, che propendeva agli inizi del 1900 per
l'ipotesi dei "TRI PIZZA" (cioè le tre cime dei faraglioni).
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